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Don beppeC’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte, facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore… LUCA

Io, uno di quei pastori, ero al mio posto come gli altri al riparo di un masso: soltanto una coperta fatta di peli di pecora mi copriva dal gelo della notte che scorreva lenta. Nell’oscurità, quella luce risvegliò anche i pochi addormentati. Poi, una voce, che ci annunciava un fatto…

…Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore!

Nonostante il vento pungesse gli occhi, andammo lì, nel posto indicato, proprio dietro quella collina di pietra che si levava poco sotto di noi, e vedemmo quello che ci era stato annunciato.

Era vero! C’era un bambino, protetto dal padre, avvolto in fasce,

tra le braccia della sua giovane madre che ci sorrideva … si addolcirono i cuori, anche dei più duri dei miei compagni.

Ma perché quella voce celeste aveva parlato proprio a noi, tra i monti, fuori dal tempio?

È ben noto che non ci si debba fidare della parola dei pastori.

Eppure, come avrei meglio capito dopo, durante la Sua vita pubblica, il Signore aveva scelto noi pastori, proprio perché considerati ultimi, piccoli, peccatori, briganti e attentatori, ladri e imbroglioni.

Non sapienti, quindi, non sacerdoti e leviti chiusi in un tempio, ma noi, custodi di un gregge, con i volti bruciati dal sole e tagliati dal gelo della notte, chiamati a divenire custodi di un mistero da conoscere e poi da RACCONTARE a tutti

…E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.

Infatti, quando, richiamati dai belati delle nostre pecore, ci incamminammo per tornare, per strada iniziammo a raccontare e a narrare la meraviglia provata quella notte buia , che ormai volgeva al giorno, rischiarata da una luce che direi divina.

Da quel giorno non so dire quante volte ho ripetuto la stessa storia e tutti coloro che hanno ascoltato, hanno creduto a me, sì,proprio a me: un pastore !

...e, senza aver visto, hanno sentito IL BISOGNO DI RACCONTARE

Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori...

Anche il bimbo di quella stalla si fece Pastore e, oggi come allora, chiama uomini e donne ad ascoltarLo, a fidarsi di Lui che li ama e li protegge, a seguirLo e a credere alla buona novella che ha cambiato il mondo e che può cambiarlo ancora…

Il Natale non tradì i pastori quella notte … e non tradisce noi, gregge e pastori di questo tempo: lo stupore genera ancora stupore e meraviglia, ma solo i piccoli, i semplici hanno accesso al mistero di quella notte a Betlemme, di quell’annuncio di pace, di liberazione, di gioia vera, di amore, di vita…

E tu, visitatore di questo presepe, saprai svegliarti, ascoltare quella voce, andare a Betlemme, vedere, credere e, poi, raccontare a tutti, per le strade del mondo?

 

Don Beppe

C’era una volta un presepe...

...di gente e di pietre che raccontava la storia della nascita di Nostro Signore …nel paese dei trulli! Vecchie strade che tornano alla vita, camini anneriti da antica fuliggine che ardono di fuoco nuovo, piazzette dimenticate da tempo che brulicano di personaggi, dimenticate nenie che tornano a cullare i sogni dell’uomo, antichi odori e sapori che mondano i sensi e il cuore! C’era una volta un presepe di gente e di pietre e ci sarà ancora”